Partito da casa alle ore 03,00 sono giunto a La Spezia con una precisione da orologio svizzero alle ore 06,00.
Rino era all’uscita dell’autostrada ad aspettarmi e dopo aver ormeggiato il mezzo di locomozione e essere imbarcato sull’ammiraglia siamo andati a prelevare Moreno che, fremente, ci stava aspettando davanti al suo garage (Lucia deve averlo buttato giù dal letto mentre Rino è stato legato al guard-rail da Maria Grazia la sera prima), poi raggiunta l’abitazione di Mauro e imbarcato vettovaglie varie siamo finalmente partiti.
Il viaggio è stato bello e interessante, l’Italia è bellissima, in un tempo non quantificabile in quanto passato in allegria tra sfottò e amenità varie siamo giunti a Casoria dove abbiamo incrociato Mimmo mentre urlava, da par suo, con mezzo busto fuori dal finestrino della macchina condotta dal figlio. Baci e abbracci come si conviene e nuova partenza alla volta di Taranto. Poco prima di ripartire Mauro ha deciso di rinfrescarsi un poco, ma si è reso conto che il frigo da viaggio funzionava al contrario, l’acqua era calda, peccato fossimo senza pasta, una bella spaghettata ci andava proprio. Siamo stati costretti a fermarci all’autogrill per mangiare qualcosa e per sgranchire un poco le membra.
E’ stato un continuo contatto telefonico con i fratelli che viaggiavano sull’adriatica e quando siamo giunti a Taranto loro erano già all’albergo Etra che ci aspettavano. Passati davanti alle scuole squilla nuovamente il cellulare di Moreno: minchia ancora quel rompicoglioni di Giancarlo…. PRONTO…… CHE CAZZ…….BUON GIORNO COMANDANTE ALFIERI, SI, SIAMO DAVANTI A MARISCUOLE, TRA DIECI MINUTI ENTRIAMO.
Risata generale. Dopo i saluti a Fratelli e Sorelle siamo entrati a Mariscuola a prendere possesso delle nostre stanze. Abbiamo atteso il tempo necessario per rinfrescarci e ci siamo preparati per recarci a cena da Danilone (CV. Longhi n.d.r.).
Abbiamo atteso per un quarto d’ora che il C.F. Falotico ci venisse a prendere per condurci a Maricentro, ma come sempre non abbiamo capito nulla visto che ci aspettava già colà. Seguendo i piloti di formula 1 Ciro e Paolo tallonati da Lucio ci siamo dovuti fermare ad un semaforo e ripartendo abbiamo sbagliato strada finendo per imboccare la strada di Bari. Quando siamo finalmente giunti al luogo dell’incontro abbiamo visto un tizio appoggiato ad un palo, sembrava una zoccola invece era Moreno. Come sempre il Benvenuto di Danilo è stato superlativo, ci ha fatto fare il giro del comprensorio e ci ha mostrato tutto ciò che ha fatto e quello che ha intenzione di fare. Durante il viaggio per Taranto abbiamo concordato che una buona dose di fortuna ci ha accompagnato in questi 2 anni, nel trovare appoggio in due persone meravigliose, il Com. Longhi e l’Amm. Spagnuolo, che ci hanno fatto vedere cosa vuol dire amare il proprio lavoro. Dopo cena Danilone mi ha confessato che comunque ci sfrutta, additandoci come un esempio da seguire e in quel momento mi sono sentito appagato come poche volte nella mia vita e fra tutti mi è parso che fosse il pensiero ricorrente. Ci siamo dati appuntamento al giorno dopo alle Scuole, abbiamo passeggiato a Taranto per una mezz’oretta e poi siamo andati a “cuccà”.
Notte corta ma riposante e per la prima volta la sveglia di Moreno non ci ha tirato giù dalle brande. Sta invecchiando. Abbiamo come sempre partecipato all’alza bandiera e bighellonato fino all’ora della cerimonia. Ci siamo sistemati sul palco in prima fila per vedere bene tutta la cerimonia e Felice al giuramento si è sentito scendere una lacrima sulla guancia…..che rammollito,(io piangevo di nascosto).
Finito tutto ci siamo radunati con Danilo e gli allievi premiati per le foto di rito. Pure l’allievo premiato da noi si è commosso. Come giustamente ha fatto notare Moreno, forse ci siamo fatti un nemico nell’ammiraglio Pagnottella in quanto nessun presidente dell’ANMI sembra sia mai intervenuto al giuramento degli allievi a Taranto e che probabilmente ha voluto prendere visione di qualcosa che gli è sfuggita di mano visto che Moreno (senza volerlo) con le sua innata capacità di rompere le scatole lo ha scavalcato. Ma che ce ne frega, nel ventennio dicevano “molti nemici molto onore”. Parlando con una persona informata sui fatti ho avuto conferma che il signor Ammiraglio di cui prima è ammalato di protagonismo. Ben fatto Moreno.
Essendo sistemati sul palco poi, ci ha squadrati con sguardo truce notando il cappellino con logo e probabilmente gli fumavano gli….. zebedei. Deliziosa la scenetta della consegna, Lucio senza parole ma con gesti eloquenti e sguardi interrogativi gli ha fatto capire di non rompere. Come sempre, alla fine di tutto, ci siamo recati alla mensa sottufficiali per un pranzo in piedi tra soci ANMI affamati come lupi. Dopo un breve riposino ci siamo mossi verso Martina Franca, abbiamo passeggiato in quella splendida cittadina (la parte vecchia s’intende) e abbiamo atteso l’arrivo di Ciro e Annamaria per recarci al ristorante per l’abbuffata dell’arrivederci.
E che abbuffata, abbiamo mangiato di tutto e di più tra discorsi anche seri e risate a crepapelle (avevo di fianco a me Rosario, alla sua sinistra Mimmo e di fronte Ciro e Graziella, tre napoletani, sfido chiunque a stare serio. Ad un certo punto a forza di ridere avevo il mal di gola e sono stato costretto a smettere di mangiare.
Paolo lo dovremo chiamare il lupo visto la quantità di agnello che si è mangiato.
Annamaria (moglie di Ciro) dopo una frecciata sul mancato 1° raduno di Taranto si è dimostrata meravigliosamente di compagnia ed ha legato subito con Graziella (moglie di Lucio) d’altronde erano le uniche due donne. Giancarlo casinista come sempre, Mauro serio e compassato ma con giusti interventi spiritosi, Moreno inutile precisare che ha sempre sotto controllo la situazione (deve meritarselo in soprannome di Silvio) era intento a seguire un discorso serio di Felice. Dei figli del Vesuvio ho già detto , Rino compreso, non l’ho visto molto, era impegnato a mangiare. Una bella cena in allegria. L’unico neo una telefonata dal figlio di Gianfranco con la richiesta di un aiuto per una roulotte. Moreno si è subito messo in moto. Nei giorni a seguire troverà una soluzione. E’ come sempre fantastico. Rientrati a Taranto, per allontanare i fumi dell’alcol abbiamo fatto la consueta passeggiata sul lungomare prima di rientrare a Mariscuola (a proposito c’è da dire che il corpo di guardia non fa neanche più caso ai nostri rientri e alle nostre uscite) per prepararci mentalmente al ritorno a casa.
Il distacco da quel posto, come sempre, pone dei pensieri e la mattina dopo ci siamo preparati per il viaggio di ritorno. La mattina alle 09,00 ci siamo ritrovati davanti alle scuole per l’ultimo saluto prima della partenza, solito casino e le prese per i fondelli con l’arrivederci a Torino per quasi tutti. Ci siamo messi in movimento lasciandoci alle spalle un fettina di nostalgia. Mi sono reso conto che le cose brutte si dimenticano e si esaltano solo quelle che lasciano qualcosa di positivo.
Viaggiando a ritroso verso casa siamo giunti alla conclusione che l’attuale comandante delle scuole è molto diverso dal predecessore e anche il direttore della scuola marescialli è di un’altra pasta rispetto a Longhi. Naturalmente tutto questo ha la sua importanza, ma per noi non cambia nulla (speriamo). L’importante è che siamo riusciti a fare quello che ci eravamo proposti e a renderlo ufficialmente accettato. Del resto è tradizione che i comandanti cambiano destinazione ogni due anni, e noi ci appelliamo al famoso detto napoletano” ha da passà a nuttata”, intanto abbiamo creato un solido precedente e del resto………….CHI SE NE FREGA.
Tra un pensiero, un proponimento e quant’altro la prima sosta a Casoria dove ci aspettava la famiglia di Mimmo e le orecchie hanno avuto un poco di requie. Dopo un’abbondante spesa a base di burrata, babà al rum e dolciumi vari siamo andati a Cicciano a trovare la famiglia di Rino. Pranzato in un autogrill e ripartiti verso nord.
E’ iniziato uno scambio di ameni sms con Giancarlo e delucidanti notizie sul viaggio dei fratelli “adriatici”. Poi la stanchezza ci ha un poco calmati e per il resto del viaggio siamo stati tranquilli. Giunti a casa Lazzotti baci e abbracci con Mauro e Manuela, poi con Moreno e infine con Rino. Sono giunto a casa a mezzanotte. Fine di una bella comandata.
Dario Bilotti
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