Visita a Nave Rizzo
“O Dario, ho sentito che una donna ha assunto il comando del Rizzo, dal cognome Pellegrino, non è che per caso è la Pellegrino che conosciamo noi?”
“Non lo so Rino, faccio due ricerche e ti chiamo”
E’ iniziata cosi l’avventura.
Nessun problema a verificare l’esattezza della notizia, bastava digitare un paio di nomi ( Rizzo e Pellegrino) e scopro che era proprio la “nostra“ Catia. Comunicata la cosa a Rino troviamo naturale inviarle un messaggio di congratulazioni, non fosse altro per i nostri fratelli che sul Rizzo furono imbarcati, in primis il compianto Enrico. L’indirizzo mail presumo subito che sia deducibile considerando tutti quelli istituzionali che conosco. Ma per esserne sicuro mi relaziono con uno dei nostri premiati (mi astengo dallo scrivere il nome, non si sa mai, ma lo ringrazio perché so che legge ciò che scriviamo). E stilo un breve messaggio. Chiaramente le chiedo se si ricorda di noi e non lesino di comunicarle la nostra felicità per l’alto incarico ricevuto. Passano alcuni giorni, pochi, quando ricevo la mail di risposta in cui non solo mi conferma che si ricorda di noi, ma aggiunge che le farebbe piacere riceverci a bordo, che ci avrebbe fatto da Cicerone e mi comunica anche il nominativo e numero di telefono del Comandante che si occupa delle visite a bordo per Marina Nord. Non attendo oltre. Mi attacco al telefono e con molta gentilezza vengo reso edotto della trafila necessaria per portare a compimento la missione. E parte la mail per Marina Nord. Poi cerco di organizzare un paio di notti al Circolo Sottufficiali per Vincenzo che parte da Roma e Lucio con Graziella dal Veneto. I posti per la data scelta sono disponibili ma bisogna richiederli a Maricircoli a Roma. Chiedo a Giancarlo che frequenta i Circoli MM in quanto socio, se riesce a relazionarsi con la direzione, sapendo che occorre un invito come ospiti appunto da un socio. Pure lui si attiva e quando finalmente riesce a ottenere una risposta scopre che le stanze non sono più disponibili. Andiamo bene, penso. Neppure io ricevo una risposta da Marina Nord, ma dopo un tempo che ritengo lungo, troppo lungo, mi attacco al telefono, Solito italico rimpallo tra un numero e l’altro, ma finalmente una gentile signora o signorina ( non lo sapremo mai) candidamente mi comunica che “combinazione” ha sulla scrivania proprio la mia richiesta e che non sa come agire, soprattutto perché non siamo un gruppo riconosciuto dalla Marina. Però dopo che viene a conoscenza dell’esiguo gruppetto di Irriducibili semplicemente mi avverte che l’invito lo può fare il Comandante autonomamente e direttamente da Bordo. Non mi dilungo a raccontare il tempo passato relazionandomi con il Secondo del Rizzo che sicuramente, contrariamente alla celerità del servizio a bordo, avrà dovuto anche lui cozzare contro il muro della burocrazia. Ma tutto dimentico quando finalmente mi arriva la conferma che la cosa si può fare. Nel frattempo riesco a trovare alloggio per i trasfertisti allo stesso B&B dove dormirò io prima di recarmi a Pisa per il Raduno nazionale ANMI. E arriva il giorno fatidico. Entrati in Arsenale e saliti a bordo ci accoglie il Comandante Patulli, il Secondo, che scusandosi per l’ impossibilità della Comandante di riceverci a bordo in quanto partecipante a una riunione dalla quale non poteva esimersi. L’unità era momentaneamente Nave Comando. Ma sarebbe venuta a salutarci appena trovava un buco tra i dialoghi. Nel frattempo il Secondo simpaticamente si è messo a nostra disposizione assieme a membri dell’equipaggio per farci visitare il Rizzo.
Ho notato molta familiarità tra ufficiali e sottufficiali, fino a scambiarsi del tu. La nostra Marina, così ingessata, è stata sostituita da una libertà di comunicazione tra diversi gradi e ruoli, dimostrando che la rigidità militare non è necessariamente obbligatoria, anzi, un equipaggio coeso per uno scopo comune può solo ottenere buoni risultati. E poi quando vengo a conoscenza che in periodo covid il legame si è ulteriormente saldato tra imbarcati e che coloro a terra hanno aiutato i loro familiari non posso dire altro che sono orgoglioso d’aver appartenuto a questa famiglia.
Noi abbiamo la presunzione di credere, nel nostro breve periodo vissuto con le stellette, di aver contribuito alla transizione tra la Marina del dopoguerra e quella aperta alla trasformazione con nuove e moderne unità che si sono dimostrate l’evoluzione del concetto della Marina stessa. Ma è altrettanto vero che i ragazzi di oggi sono parte integrante della Marina del futuro. Poi, ecco l’avviso che attendavamo, il Comandante Catia Pellegrino sale a bordo, mentre percorre la scaletta esclama “eccoli i miei ragazzi”.
Che dire, da amare subito. Poi continua con “ho lasciato momentaneamente la riunione perché dovevo incontrare i miei fans”, meglio una Catia che mille rapper iper tatuati. In sua compagnia abbiamo continuato la visita, alcune foto sul ponte di volo e prima di scendere nuovamente per tornare alla riunione ci siamo scambiati i Crest, come tradizione impone. Occorre ringraziarla per aver indugiato oltre al tempo previsto per incontrarci rinunciando sia lei che il Secondo al nostro invito a pranzo. Sarà per la prossima volta, la prossima nostra missione. Mestamente appagati, vero e controverso ma sentito sentimento, ci aspettava il rancio. Grazie Rino d’aver scelto la Trattoria Bartali, si è mangiato benissimo e poi il titolare è un sosia del Grande Capo delle FFAA Giuseppe Cavo Dragone che ci ha deliziato con gamel… piatti liguri e non. Giornata fantastica e vorrei condividere con tutti voi, fratelli, il fatto che possiamo considerarci un esempio.
Semper fratres
Dario Bilotti
Immagini della visita
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