Quartieri Moreno

Moreno

Tanto per chiarire io sono nato in un paesino dell’alta Lunigiana (circa 1000 mt. s.l.m.) dove le galline hanno i freni altrimenti vanno a fare l’uovo in fondo al paese. Anche per questo la prima volta che ho visto il mare avevo nove anni. Che lago grande!!!!! Una delle prime volte che ho sentito l’acqua salata ho rischiato d’affogare (mi venne a prendere il bagnino). Tutto faceva credere che l’acqua non fosse il mio elemento. Poi……. ho scoperto che effettivamente, per me, non era un campo molto accessibile, anzi. Da ragazzino lavoravo durante le pause scolastiche. Prima come apprendista muratore, poi come apprendista meccanico, dopo ancora come apprendista elettricista. Questo campo mi era congeniale, ma intanto ero inscritto ad un istituto per diventare operaio tornitore-rettificatore. Con molta coerenza, finito il triennio e conseguito il titolo di studio….. andai stabilmente a lavorare come elettricista.
Lavorai per circa un anno, poi successe una disgrazia (morì un mio coetaneo assunto quando me) e la mia anima di sindacalista (già allora presente) prima mi fece litigare forte con il padrone della ditta (perché lo ritenevo colpevole) e poi mi fece leggere quel famoso manifesto “Vieni in Marina, sarai un tecnico e girerai il mondo”. Mi informai, capii che li potevo studiare elettricità ed elettronica ( a quel tempo dalle mie parti non c’erano scuole adatte, o perlomeno io non lo sapevo) e così non trovando grosse opposizioni dai miei genitori feci immediatamente la domanda, andai a La Spezia a fare le prove attitudinali e (anche orgogliosamente) riuscii ad essere inserito dove io avevo sperato. Ricordate che io sono del ’49. Quindi uno dei più vecchietti. Allora avevo una fidanzatina quasi ufficiale. Mi accompagnò alla stazione di partenza, mi diede un bacetto e poi si affrettò a mollarmi……..perché io andavo in Marina. Pazienza. Salii sul treno chiudendo quasi tutti i legami certi che avevo con la speranza che il futuro mi riservasse piacevoli sorprese.
Dovete sapere che all’epoca il viaggio più lungo che avevo fatto era stato per un pellegrinaggio alla Madonna di Montenero (Livorno), circa 100 Km. Il treno per Taranto, prima di arrivare doveva farne 915, così era scritto sul biglietto. Io, per fortuna, sono sempre stato un tipo molto desideroso di conoscere. Per cui il viaggio mi incuriosì molto, almeno fino a Napoli. Da li in avanti, forse per colpa del lungo tempo trascorso in treno o forse perché mi sentivo solo soletto, diventò una specie di calvario. Ricorderò sempre la parte del Tavoliere delle Puglie attraversato in agosto. Tutto bruciato, riarso dal sole cocente, paesaggi diversi, diversi modi di coltivare, il treno che camminava pianissimo e si fermava ogni tre per due, il caldo soffocante, i dialetti che sentivo (non ci capivo nulla), gli odori ecc. insomma tutto era diverso, mentre io ero solo e mi sentivo vulnerabile e impreparato a tutto ciò. Non ho ricordi dell’arrivo a Taranto probabilmente perché dovevo essere con i nervi molto tesi e spaventato. In qualche modo ci raccattarono e ci condussero alle scuole C.E.M.M. Quando si arrivò sul “campaccio” un pensiero mi attraversò la mente: Scappo subito o aspetto domani? Ricacciai vergognosamente le lacrimucce e i brutti pensieri e diventai uno di Voi. Ora posso dire Grazie a Dio.

 Moreno Quartieri, Lunigiana

timone

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