La mia storia potrebbe cominciare cosi : Già da un paio d’anni ( vale a dire dall’età di 15 anni…) mi si era intrufolata in testa l’idea di arruolarmi in Marina. In quel periodo frequentavo l’I.T.I.S di Rovigo, ed ogni volta che scendevo dal treno per andare a scuola, mi si paravano davanti, incollati sui muri della stazione, i manifesti propagandistici della M.M. con la famosa scritta: ” Vieni in Marina, sarai un tecnico, girerai il mondo!” Oltre a questo assillo mediatico, ciò che mi convinceva sempre di più, erano le difficoltà economiche della mia famiglia. Avevo appena perso il papà ( in seguito ad una grave malattia ) e mia madre faceva i salti mortali per sbarcare il lunario e crescere noi figli (tre) di cui uno ancora imberbe ed inconscio dei problemi della vita (aveva solamente sette anni! ). Non passava giorno che non mi rendessi conto di quanti e quali sacrifici faceva per mandarmi a scuola. Ciò nonostante, ogni qualvolta le accennavo la mia idea di arruolarmi, si faceva prendere dal panico perché vedeva pericoli e catastrofi dappertutto. Ma io, cocciuto, presentai lo stesso la domanda, convincendola a firmarla con la prospettiva che, comunque avrei provveduto a mantenermi da solo, potevo mandare qualche soldino a casa e, soprattutto, mi sarei creato un futuro.
Arrivò cosi il 15 Agosto del 1968 e, quando il postino recapitò la famosa chiamata per il 20 Agosto a Taranto, mi sentivo al settimo cielo!
Quando arrivai alla stazione di Taranto, ricordo che pensai di essere ancora addormentato, perché vidi scendere dal treno un Alpino, rapato a zero, ed in divisa. Che diavolo ci faceva un Alpino a Taranto? Con enorme stupore lo vidi salire sul pullman che ci doveva portare a S. Vito. Facemmo conoscenza subito, anche perché parlavamo ” quasi ” lo stesso dialetto.
Come tutti mi sono fatto il ” c**o ” nel primo periodo dopo essermi incollata addosso la famosa matricola 68VO178T, con marce forzate, sotto il sole cocente ed in mezzo alla polvere.
L’unico lato divertente,( ricordate? ) era dato dagli ” svenimenti misteriosi ” del mitico Rosario Mastriani. A tutt’oggi non è ancora dato di sapere, nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante, quale fosse il fattore scatenante…( solo noi lo sapevamo…) Fu cosi che, con alti e bassi, finii il corso e mi imbarcarono su Nave Vittorio Veneto. Era nuova di zecca ed odorava ancora di vernice fresca. Ricordo che ci dissero che era la prima unità della Marina dove si poteva fumare nei locali dormitori. Ogni branda aveva il suo posacenere! ( Eh! Come cambiano i tempi! Oggi noi fumatori siamo considerati degli “Untori”) Avrei trascorso i sei mesi più belli della mia vita, in crociera negli Stati Uniti ed in Sud America, se non fosse stato per un Maresciallo rompicoglioni , a causa del quale fui sbarcato ed inviato, prima alla Neuro di La Spezia ed in seguito in un luogo di punizione chiamato : Cava di Sorciaro ( Priolo Melilli – Siracusa ) Era un deposito missili della NATO e di conseguenza, con vigilanza armata. Li ho fatto due mesi e mezzo con guardie forzate ( due giorni SI ed uno NO ) in mezzo ad un manico di cialtroni chiamati ” Quella sporca Dozzina”, tra coltelli a serramanico e canne di Cannabis. Mah! Se è vero che nella vita bisogna provare di tutto per aumentare l’esperienza, io ne avrei da vendere!
Poi finalmente, finita la punizione, destinazione Nave Intrepido. Li ho conosciuto le più brave persone, delle quali conservo un meraviglioso ricordo. Primo fra tutti il mitico Capo Verdi che si prese a cuore la mia posizione, riuscendo a farmi annullare la punizione ( ritardo della promozione di Nove mesi ). Tutte persone comunque che hanno segnato la mia vita, sia presente che futura, e per varie ragioni che evito di elencare.
A fronte di sittanta premessa, rimane la gioia che, a quanto pare, ha accomunato tutti noi , nel ricevere la fatidica telefonata, dopo 35 anni, che ha contribuito a farci ritrovare, tutti o quasi, per una rimpatriata prima ed il consolidamento di un legame di amicizia poi, che rischiava di andare perso e che, spero, prosegua nel tempo. Tutto ciò per merito dell’iniziativa e della cocciutaggine di qualcuno che, già in pensione, non ha trovato di meglio da fare che mettersi a cercare i ” Desaparecido ” del mitico e, perché no INDIMENTICABILE Corso EM68.
Giancarlo Montin (Rovigo)
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