Guardia notturna ad Orano

Mi rifaccio ad un racconto scritto da Moreno all’interno del nostro sito. C’ero anch’io in quella Down Patrol di cui parla. Ricordo perfettamente quasi tutto. Mi mancano le date ma sicuramente eravamo nel ’72 a bordo dell’INTREPIDO. Oserei dire nei mesi di Marzo/Aprile.
Eravamo stati a Smirne e Salonicco ma anche ad Orano in Algeria. E fu li che successe ….
Ad Orano mettemmo la divisa estiva, e di giorno uscivamo con la maglietta bianca ed i galloni attaccati sulla manica. Un caldo pazzesco. Ma alla sera, l’escursione termica era incredibile. Il secondo giorno di permanenza nella città algerina, ero di comandata e come tale sarebbe stato meglio non uscire. Nel caso qualcuno avesse marcato visita avrei dovuto sostituirlo. E se ero in libera uscita era un problema rintracciarmi. ( Non c’erano certo i cellulari ). Io e Franco facemmo un po’ di conti: se quello che era montato di guardia era a posto, almeno fino a mezzanotte eravamo tranquilli. Decidemmo di rischiare. Andammo a visitare la città alta. Da lassù si godeva di un panorama mozzafiato su tutto il golfo di Orano. E si vedevano anche tantissime navi militari russe ormeggiate alla fonda al largo. In effetti Orano era un porto dove si fermavano i russi spesso a fare rifornimento di nafta e viveri. Era per loro una base logistica anche per gli accordi di cooperazione esistenti ( almeno allora ).
Facemmo diverse foto e poi andammo a mangiare. Verso le undici e mezza decisi di rientrare a scanso di equivoci. E feci bene! Appena arrivato sottobordo il capo di guardia mi disse di prepararmi che avrei dovuto sostituire un collega che si era beccato una specie di infezione intestinale.
In quei porti del nord Africa facevamo anche la guardia sui corridoi laterali per evitare eventuali tentativi di salita a bordo dal mare. Due ore camminando avanti e indietro sul corridoio di sinistra, con il Mab a tracolla. Mi misi anche il giubbotto di navigazione con il pelo all’interno. Un freddo boia! Preso dallo sconforto decisi di mettermi sotto i termoconvettori laterali dai quali usciva l’aria calda dall’interno della nave. Era aria viziata e piena di fumo di sigarette, ma almeno era calda! Non ricordo dopo quanto tempo ma un po’ alla volta cominciai a prendere sonno e inconsciamente scivolai piano piano giù appoggiato con la schiena sulla paratia. Senza volerlo, (e per fortuna) inforcai con una gamba a destra e l’altra a sinistra un paletto di acciaio di quelli che reggono le draglie. Con il paletto appoggiato sui miei gioielli feci una dormita di circa mezz’ora, finché non percepii un urlo e sentii molto bene un calcio nella coscia. Era il capo di guardia che mi aveva beccato! Naturalmente una bella dose di ” carne” da riempire un frigorifero e venni messo a rapporto. Conclusione: passai gli altri quattro giorni di permanenza ad Orano agli arresti. Libero soltanto il giorno in cui salpammo per altre destinazioni.

 

Giancarlo Montin

 

timone

Condividi l'articolo

Condividi l’articolo su WhatsApp


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *