Corso Telemetristi

Siamo rimasti soli, praticamente i padroni di Mariscuole, i nostri fratelli hanno raggiunto le loro destinazioni e noi telemetristi vale a dire Marchi, Melotto, Pluchino ed io, iniziamo un ulteriore corso.
Il posto di lavaggio non ci disturba più e debbo dire che raggiungere la nostra aula in ordine sparso, sfumacchiando (esportazioni super) contandocela e pianificando la giornata in maniera molto allegra ci rende ilari.
Ci aspetta Capo Piscitelli; con il suo aspetto bonario oltre alla lezione di ottica ci racconterà fatti di guerra da lui vissuti: “quella notte a Punta Stilo, di guardia in torretta vidi, oltre l’orizzonte, un bagliore; diedi una battuta e inviai la distanza in centrale di tiro e i cannoni spararono. Colpiste il bersaglio?… non lo so gli altri in compenso colpirono noi”
Il pomeriggio di studio obbligatorio scorre abbastanza noiosamente per il primo periodo, poi in vicinanza degli esami ci diamo dentro, non nel senso dello studio per carità, ma dopo il primo quiz abbiamo scoperto tutti i segreti di capo Piscitelli. C’è un armadietto con vetri dove in bell’ordine sono custoditi tutti i quiz con relative risposte. Non c’è’ mai stato corso di telemetristi migliore del nostro e non può essere diversamente, basta togliere i cardini dalle porte dell’armadietto, si prelevano i fascicoli, si copiano le risposte giuste, quindi a risposta nr.1 un foro con uno spillo nr.2 due fori nr.3 tre fori: dove? sull’asta della matita usata per scrivere naturalmente. Abbiamo anche l’accortezza di sbagliare a turno anche una risposta per non essere meravigliosamente perfetti. Capo “quella notte a Punta Stilo” subodora qualcosa ma, con le facce da fondoschiena che ci ritroviamo riusciamo a convincerlo salvo poi confessare tutto a fine corso. Mi viene ancora in mente la faccia che ha fatto ridendo e dandoci dei” figli di buona donna”.
Due mesi spettacolari, esercitazioni sul tetto a torso nudo, e qui abbiamo sopranominato Pluchino “Battista cavallo telemetrista” in quanto dopo una battuta alzava il capoccione dal telemetro e faceva fuoriuscire aria dalla bocca facendo vibrare le labbra.

 Dario Bilotti

timone

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