Passaggio di consegne su Nave Rizzo- F595
Al ricevimento dell’invito a partecipare al passaggio di consegne da parte della Comandante Pellegrino, devo ammetterlo, sono rimasto basito. Mi sono chiesto subito come mai. Siamo così importanti? Non c’è nessuno tra tutti coloro che ha conosciuto in questo anno di comando sul Rizzo che possa partecipare a questo tassello della sua carriera? Chi sarà presente? Ma ho lasciato i miei dubbi a vagarmi in testa e ho avvertito voi fratelli. Il periodo non è certamente favorevole, agosto è un mese particolare. Ma mentre io sono praticamente già a La Spezia con Rino e Maria Grazia, Mauro acconsente, Giovanni aderisce e l’immarcescibile Vincenzo, prima ancora che finisca di esporgli l’invito dice di sì. Speravo in un numero più cospicuo, ma il già citato mese rappresenta un intoppo. Sull’onda della curiosità i preparativi scorrono veloci. Maria Grazia ritiene che salire a bordo almeno con un mazzo di fiori sarebbe un obbligo, da parte mia ritengo che accompagnare l’omaggio floreale con quattro righe di ringraziamento sarebbe più che giusto, contando poi che telefonicamente chiesi alla Comandante l’opportunità di consegnarle il nostro Crest, cosa a cui disse subito di sì. Maria Grazia nonostante il lunedì, giorno di chiusura anche dei fiorai, trova il sistema per poterlo consegnare.
Riporto le parole del biglietto che mi sono sentito di comunicarle:
Arsenale, La Spezia 5/08/2024
Carissima Catia
Ci permetta di considerarla ormai facente parte delle nostre famiglie e sentendoci noi ancora giovani di spirito, vorremmo adottarla come sorella più giovane, con il rispetto dovuto, come si porta rispetto verso qualcuno che lo merita. Ci ha invitato al passaggio delle consegne e per noi è un onore pensare che ci ritiene così importanti da renderci partecipi di questo momento. Dal nostro primo incontro sul Garibaldi, quando ci accolse benevolmente di sabato pomeriggio, pensammo che valesse sicuramente la pena seguirla nel prosieguo della sua carriera. Dal primo comando sul Libra e alle successive destinazioni l’abbiamo sempre considerata una di noi. Vorremmo quindi augurarle una splendida vita con addosso l’uniforme che con onore porta. Sappia che quando sentiamo enunciare da vecchi colleghi marinai e non appartenenti al nostro Corso delle loro conoscenze ribadiamo non senza orgoglio “ma noi conosciamo personalmente la Comandante Catia Pellegrino” Chiaramente ha conoscenze molto più importanti di quanto lo siamo noi, ma con un sorriso da adulti consideriamo come vera questa fanciullesca illusione.
La ringraziamo quindi per la gentilezza offertaci augurandole una luminosa carriera e se lo scorso settembre mi sbilanciai augurandole il comando del Trieste sappia che facciamo il tifo per lei…e perché no, anche olt
Ci siamo trovati dinanzi a Porta Ospedale, abbiamo controllato di non esserci dimenticati di qualcosa e abbiamo superato il varco.
Entrati in Arsenale, al corpo di guardia si premurano di chiederci chi siamo, spuntano i nomi e le targhe da una lista e vorrebbero spiegarci come raggiungere la nave, mi giro e la indico, l’addetto mi dice sorridendo papale papale “ ma che ve lo dico a fare, lo sapete già”. Parcheggiate le auto all’altezza della passerella, sul ponte di volo notiamo una fila di uniformi bianche e un sorriso, le uniformi sono del personale del corpo di guardia che attende gli ospiti, mentre il sorriso è quello della Comandante. Il tempo di salutare la nostra Catia che notiamo persone in divisa, ufficiali con la fascia azzurra, alcuni borghesi e soprattutto gente allegra che sotto il tendone, anzi mi piace chiamarlo tendalino, allargato dinnanzi all’hangar sta chiacchierando. Neanche il tempo di cominciare a far parte della scena che condotti in quadrato ufficiali abbiamo il piacere di conoscere Monia, la sorella di Catia, alcune amiche e amici e Comandanti di altre unità. I dubbi che avevo sono stati fugati, siamo importanti, nel nostro piccolo rappresentiamo una istantanea di quel album dei ricordi che ognuno si crea in base alla propria personalità e carattere. Ma il momento meraviglioso, che ci deve riempire di orgoglio, si presenta nel discorso emozionato, emozionante e coinvolgente che la Comandante ha letto. Ha ringraziato i famigliari che le hanno permesso di portare avanti questa passione che si chiama Marina Militare, le personalità intervenute tra cui il Capo di Stato Maggiore di La Spezia, gli amici e i compagni del suo corso, l’equipaggio che l’ha sostenuta con il lavoro e la dedizione, ha ricordato i momenti goliardici vissuti con loro e l’intensità dell’impegno a cui, tutti, sono stati sottoposti e ha ringraziato pubblicamente noi em68, che l’abbiamo seguita, osannata in pubblico e lodata in privato. Un groppo in gola mi si è creato quando interrompendo la lettura per scacciare l’emozione ha messo in evidenza che quando si sbarca da una unità su cui ci si trova bene, che la si considera come una casa accogliente, il dispiacere ti prende. A molti di noi sarà sicuramente successo e ricordarlo con la giusta emozione non può lasciarci indifferenti. Quello che mi ha dato da pensare è la familiarità con cui si è relazionata con i membri dell’equipaggio, una confidenza con il rispetto dovuto; mi sono chiesto perciò, ma la Marina è così cambiata? I nostri comandanti erano considerati dei semidei, gli ufficiali non appoggiavano i piedi per terra, viaggiavano sospesi a due centimetri dalla coperta oppure onore a lei che è riuscita nel difficile compito di unire in un solo corpo entità diverse?
La risposta me la sono data nel momento in cui una ragazza di nome Mariana, capo di terza, scattava foto e registrava filmati ( l’ho subito soprannominata CSC – Capo Servizio Celluloide) , che mi ha confidato di essere sbarcata dal Rizzo, di essere stata trasferita ad Augusta e che è venuta a La Spezia per questa occasione, non voleva mancare al saluto del suo Comandante. Anche lei è stata ricordata nel discorso.
Alla presenza del Capo di Stato Maggiore di La Spezia, ci siamo mescolati all’equipaggio e alle persone, militari e non, sembravamo ancora in servizio. Magari. Abbiamo pure conosciuto il nuovo Comandante e la sua bella famiglia, la prima impressione è stata buona, approfondiremo, Anche il Comandante Patulli il secondo della Catia sbarcherà e metterà a frutto la sua scienza al comando di nave Alliance nei freddi mari del nord. .
Siamo scesi da bordo accompagnati dalla Comandante Catia fino alla passerella, ripromettendoci un incontro a Roma, luogo della sua nuova destinazione. Questa volta, lo ha promesso, accetterà un invito a cena.
Bella giornata, appagante, ne è valsa la pena e sapere che qualcuno ci stima non ha prezzo.
Vorrei ringraziare Rino e Maria Grazia che si sono fatti carico della organizzazione dell’incontro in città, Mauro per le riprese , ma soprattutto Vincenzo, partito da Roma per montare di diana a la Spezia alle quattro di mattina ( senza la pizza di mezzanotte) e il povero Giovanni che per problemi fisici ( si stava liquefacendo) ha dovuto rinunciare alla rappresentanza.
Ma ancor più ringrazierei con un hip hip hurrà la Catia Pellegrino, splendida persona e meravigliosa amica, a cui auguriamo. lunga vita, belle soddisfazioni e chissà se un bel dì ci rincontreremo su una unità maggiore, il giusto coronamento del suo impegno.
Tornati in città il solito pranzo dal ciclista ( Bartali) sosia di Cavo Dragone e finalmente ci siamo incontrati con il premiando di quest’anno, il capo di terza classe Giuseppe Briguglio, ci siamo inseguiti dall’anno scorso.
Se la cosa che mi sono messo in testa va in porto…ma questa è un’altra storia.
Bilotti Dario
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