F581 Fregata Carabiniere

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Dall’alto del Vignale ti vidi e seppur bambino mi innamorai, tanto da desiderarti.
Ma dovetti riporre il sogno in un cassetto.
L’impegno preso mi assorbi’ tutte le energie di giovane e determinato ragazzo, deciso a conquistare un posto nel mondo creato dalla mia fantasia, a mio personale uso.
Venne il di’ fatidico e riaprendo il cassetto il mio sogno non c’era più, svanito.
Ma i sogni a volte si avverano, spiegando la loro scomparsa dal limbo delle attese.
Eri li’, meravigliosa come una modella, solo più da amare.
Ti ebbi, fosti la prima e per questo la più amata.
Mi insegnasti una vita diversa.
Una forza superiore ci separò e con quanta fatica accettai il distacco, lasciando alla mente i ricordi più belli, i più sentiti, i più vissuti.
Ovunque ti incontrassi risvegliavi in me l’affetto, celato, che intimamente nutrivo.
Come non ammirarti da lontano quando si incrociavano i nostri bordi, mi rivedevo nei tuoi locali, sul ponte o sulle tughe, con una terribile nostalgia.
Ma la nostra vita di Marinai non deve cedere alle deleterie rimembranze.
Ora non ci sei più, non solcherai il mare con la tua eleganza e non legherai mai più tra loro cuori di persone con l’atmosfera che sapevi creare.
La tua scia è impressa nelle immagini che scorrono innanzi agli occhi di chi ti ha conosciuta. Addio, mia bella nave, rifugio sicuro per chi ti ha considerato una casa accogliente, viva, pulsante per le vite che sapevi amalgamare, ti lascio vivere nella mia memoria.
Altre si approprieranno del tuo nome, un sorriso benevolo le accompagnerà nel loro cammino e una lacrima sarà il battesimo per un amore ormai finito.
Poi altri “io” le ameranno. Conosceranno e si approprieranno dei sentimenti che esse sapranno suscitare e nel sentire un’intima appartenenza al mondo nato attorno a loro, capiranno fino in fondo quanto lega il Marinaio alla propria nave.
E scriveranno due righe per ricordare, con un nodo in gola, la bellezza della gioventù.

Dario viso

 

Dario Bilotti

 

timone

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