L’amor di Patria-Dario Bilotti

Bandiera

Finalmente sono qui, la vita è dura, ma tutto attorno a me dimostra che l’attività dell’equipaggio non conosce sosta. Le prove alle macchine, ai cannoni, alle centrali ed ai telemetri, tengono impegnati i marinai che, consci del loro dovere, si preparano nel modo migliore ad affrontare il nemico, qualunque esso sia. Giungono notizie di atti eroici, di profonde ferite inferte all’avversario e di catastrofiche disfatte. Lo scoramento è transitorio, la paura assale, ma velocemente abbandona gli spiriti. L’animus pugnandi prende comunque e sempre il sopravvento ed io sono lì che lo coccolo e mi prendo cura di esso in attesa di avere in mano la determinazione che conduce all’eroismo. Ma sono anche in mezzo alle trincee, nel fango. Vedo uomini che accarezzano la propria arma chiedendosi se ciò che stanno facendo avrà un termine o se solo per loro la fine è prossima. Poi finalmente la notizia tanto attesa, quella del “tutti a casa”, aspettata e desiderata come un dono a Natale, come amato riconoscimento al dovere compiuto fino in fondo. Ma quanto è costato. Corpi straziati di padri o di figli che non rivedranno più il loro campanile; cari amici, praticamente fratelli, visti brancolare in coperta con braccia attaccate al corpo solo più con brandelli di pelle; il compagno nella trincea riverso a faccia in giù subito dopo avergli mostrato la foto della morosa. Ed io sempre li a distribuire, con profondo rincrescimento, amore e forza, per far continuare la loro vita. Per te che ritorni ci sarà un pensiero da coloro che ti sostituiranno sulle nuove unità, ricorderanno il tuo impegno e le notti insonni a vegliare affinché nessuno mettesse in pericolo la vita tua e quella del tuo camerata. Ma per te, sposa o madre, che conserverai una disperazione forse mai riconosciuta adeguatamente, le parole non basteranno, come non basteranno pezzi di latta a dimostrare quanto hai lasciato. L’eterno riconoscimento di coloro che cercheranno di consolarti, raccontando con un nodo in gola la storia del tuo caro che ha fatto ciò che gli altri s’aspettavano facesse, sarà solo una ulteriore ferita. Sul fronte di terra le cose vanno come sul mare, tra alti e bassi e tra vittorie e sconfitte, sono freneticamente impegnato a gestire animi e vite; profonde riflessioni a volte mi mettono in discussione, ma sono nel giusto e senza la mia presenza probabilmente non ci sarebbero risultati tali che fungano da esempio. E’ strano come io non sia schierato per l’una o per l’altra fazione, sono perfettamente ed equamente diviso tra uomini che, pur con radici comuni, si combattono fino al dono estremo della propria vita per un ideale non condiviso dalla controparte. Se i posteri vorranno, il riconoscimento verrà attribuito loro indipendentemente dalla convinzione ideologica e dall’esito dei loro scontri. Non ho tempo per soffermarmi su quanto è successo, devo proseguire nel mio compito. Mi si sta preparando un periodo di relativa tranquillità e la noia rischia di prendermi. Viaggio alla ricerca di un posto qualsiasi e di un essere qualunque disposto ad ospitarmi affinché possa espletare ciò per cui esisto, per cui mi adopero. Da quando si è sentita la necessità del mio operato, in verità, non sono mai stato molto in ozio, ma debbo cercare nuovi soggetti e nuove situazioni per sentirmi utile e non essere dimenticato. Ho paura che la mollezza sopisca i buoni sentimenti e l’inevitabile oblio di quanto fatto possa far scordare la mia presenza. Finalmente raggiungo un equilibrio. La ricostruzione post-bellica impegna le menti, tutte le energie vengono spese per dare al Paese una stabilità ed io mi sentirei un po’ inutile, dimenticato, se non venisse in mio soccorso proprio questo periodo di calma apparente. Pur rimanendo con gli occhi aperti per essere presente nel momento del bisogno, abbandono momentaneamente un mare tranquillo e mi sposto sulla terra ferma. La mia ubiquità d’altronde me lo impone. Come spesso succede la tranquillità è invisa da alcuni e amata dai più. Seguo con apprensione le vicende della dilagante contestazione, del terrorismo che si espande con i suoi lutti e mi schiero apertamente con coloro che lo combattono. Non potrebbe essere diversamente. L’aiuto che modestamente fornisco agli Uomini, degni di tale nome, è qualcosa che travalica ogni senso comune del vivere quotidiano cioè possibilmente lontano da problemi e pensieri, proiettati verso un futuro di pace con se stessi e con gli altri. Purtroppo la mia visione pessimistica della vita, dettata da anni di esperienze, impone la mia presenza e mi rendo conto che amare il proprio paese, anche senza uniforme, è pericoloso come andare in guerra. Numerosi fatti, cruenti, amari e profondamente coinvolgenti, riempiono le pagine dei giornali ed io vengo tirato in ballo spesso. A volte la mia presenza è fuori luogo e il mio nome viene usato in maniera impropria tanto che mi sento strumentalizzato e vorrei poterlo urlare al mondo. Ma non posso. Sembra, finita questa storia truce ma allo stato latente, che sia giunta la mia ora. Passo ad una vita di oblio forzato, nessuno mi cerca più ed io non trovo dove sfogare la mia voglia di essere presente. E’ una fortuna per il Paese, ma io so che non si può prescindere da me, sono l’unico che cementa il bene comune con esempi di profonda abnegazione e di meraviglioso altruismo. Sporadicamente, quando missioni umanitarie in mari lontani o aiuti tempestivi a bisognosi richiedono la mia presenza, qualche riconoscimento lo ricevo; non tanto da coloro che vengono aiutati, ma dall’orgoglio di questi Uomini che aiuto ad essere tali, tanto che sentono la mia presenza anche quando sono impegnato su altri fronti. Il rapporto tra stati è divenuto eccellente. La collaborazione internazionale, figlia anche dei miei interventi, è divenuta tanto grande che mi lascia la soddisfazione di aver contribuito ad essa. Ma la mia forzata inattività non deve in alcun modo annientarmi. Io non posso sparire, non devo. Cerco quindi nuove forme di compenetrazione tra me e quegli Uomini che tanto amo. Ed ecco che mi si presenta l’occasione, non so per quanto tempo e per quante volte, di prestare la mia opera. La comunità internazionale richiede la presenza di coloro che potrebbero avere bisogno di me. Aerei, navi, mezzi di pronto intervento e soprattutto Uomini, sono chiamati a dimostrare quanto la loro preparazione sia eccellente e quanto siano in grado di offrire, scevri dalle motivazioni dei governi, ma consapevoli di dover dare forse più di quanto richiesto, a volte anche la propria esistenza futura. Un film già visto di cui io sono inconsapevole protagonista. Chiamato in causa mio malgrado, il mio compito non deve esser di secondo piano quindi tanto vale farlo bene. Nuovamente e con profondo rammarico devo constatare che il solo fatto di essere presente predispone ad estremi sacrifici chi mi conosce. Non vorrei esserci, ma se non ci fossi chi si prenderebbe cura di questi esseri che combattono, forse inconsciamente, in mio nome. Nella memoria collettiva del futuro, rimarranno un esempio da seguire o qualcosa da dimenticare, conforme agli eventi politici. Di loro rimarranno monumenti, targhe, intitolazioni di vie e piazze e il ricordo dei vivi almeno fino a quando la memoria lo permetterà e la storia consegnerà il loro sacrificio ai posteri. Poi, date e dati, impersonali come cifre di numeri a caso, nasconderanno gli eventi succeduti come qualcosa su cui non perderci più del tempo previsto per imparare una semplice nozione. A meno che, alla mia conoscenza, all’importanza dovuta al mio vivere, alla riconoscenza per il mio lavoro e all’importanza che rivesto, non si decida di dedicare un capitolo per le nuove generazioni. Forse sono diventato vecchio, obsoleto, nessuno vuole più avermi accanto, ma non sono convinto che sia finita anzi, dovrò intervenire ancora. Sarò ricercato come motivazione ultima per giustificare un successo o una sconfitta, sarò indicato come l’unica spiegazione a fatti altrimenti inspiegabili, sarò messo in disparte se scomodo e sarò rimesso in pista all’occorrenza. Ma sarò sempre qui, presente e pronto alla chiamata di chiunque decida di usarmi, di compenetrarsi con me in un gesto momentaneamente risolutivo.
Ah! dimenticavo di presentarmi “sono colui per il quale e con il quale si compiono gesti per salire agli onori del mondo, sono l’Amore per la Patria.

Dario viso 

Dario Bilotti

 

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