Siamo appena tornati dal doppio periplo dell’Africa per partecipare al Navy day.
Come da tradizione viene organizzata una festa per brindare al ritorno della nave alla base. Qualche giorno prima ho battuto il gomito sullo spigolo d’un boccaporto e mi si è fortemente infiammato, questo comunque non mi impedisce di montare di guardia e con tanto di fischietto assieme ad un TV e un sergente accolgo a poppa gli invitati. Salgono qualche giovane ragazza e abbondanti babbione. Il mio trillo al comando del “FUORI” e i due trilli al “RIENTRA” accompagna la salita gli ospiti.
Ho qualche difficoltà a salutare, la fasciatura stretta sul gomito mi impedisce di piegarlo completamente per portare la mano aperta sotto la tesa del cappello con il risultato che il saluto è una via di mezzo tra quello militare e quello romano.
Quando siamo soli ci facciamo quattro risate per riprendere la serietà all’avvicinarsi della gente sottobordo. Poi, una visione, una splendida donna sale la scaletta reggendo con grazia un lato del lungo abito celeste che le fascia il corpo sinuoso come un guanto, mettendo in risalto tulle le sue meravigliose curve. Due occhi verdi su un viso splendido, incorniciato da capelli corvini lunghi fino alla spalle.
Ne rimango estasiato, ma quando mi si avvicina per domandarmi se sento dolore e facendomi gli auguri di una pronta guarigione me ne innamoro. Il TV l’accompagna sul ponte di volo dove si svolge la festa poi torna al corpo di guardia. I miei commenti assieme al sergente sono a dir poco entusiastici e soprattutto io mi lascio andare a considerazioni tipo: che bellissima donna (ho tralasciato i giudizi sul fisico per dimostrare la mia educazione); chiunque può perdere la testa per lei; beato chi se la sposa; avete visto che classe e con che leggerezza reggeva l’abito; un viso da Madonna etc. etc. L’ufficiale mi guarda, mi sorride e mi ringrazia. Rimango basito.
Mi domando il perché mi ringrazia e lui – grazie per i complimenti la suddetta signora è mia moglie-. Il mio viso si colora di un bel ” rosso vergogna” ma il Tenente rincalza – grazie, perché significa che ho scelto bene-.
Siamo diventati amici.
Dario Bilotti
Lascia un commento