Quel legame tra il mare e Carmagnola – Corriere della sera

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Ancora una volta il nostro Dario Bilotti entra in scena su un articolo del “Corriere della sera” edizione di Torino, dove si parla, tra l’altro,  del Museo Civico Navale di Carmagnola.

Ecco l’articolo per esteso estratto dalla pagina del Corriere della Sera del 15 Novembre 2021

Passeggiando per le vie di Carmagnola non si può non notare un edificio dei centro storico che ha un missile sottomarino e una grossa ancora di ferro all’ingresso e il periscopio di un sommergibile che spunta dal tetto. È il «Museo Civico Navale».
Ma perché allestire un museo navale nella capitale piemontese del peperone? Il legame che unisce Carmagnola e il mare è molto antico. Grazie alla sua posizione geografica, Carmagnola già a partire dal Medioevo si trova al centro della cosiddetta «via del sale», una rete di mulattiere che servono a trasportare dalle coste verso l’interno questo prezioso prodotto, utilizzato per cucinare e conservare il cibo. Giunte in paese le merci proseguono poi il loro cammino per la via d’acqua del Po. Ma più del sale è la canapa che unisce Carmagnola al mare, infatti, fin dal Rinascimento, il paese piemontese è uno dei centri principali per la coltivazione di questo vegetale ad alto fusto, che può raggiungere i cinque metri di altezza. Le piante, una volta estirpate, vengono fatte essiccare, macerare e poi ridotte in lunghe fibre, utilizzate per realizzare principalmente due prodotti: le tele e le corde.
Grazie a una fortunata combinazione di condizioni climatiche favorevoli e caratteristiche del suolo, la canapa di Carmagnola è di una elevata qualità e per questo motivo è molto richiesta per usi navali. Nel Carmagnolese si viene così a creare un vero è proprio indotto della canapa.
Oltre alla coltivazione della pianta, piccole aziende artigianali de! luogo si specializzano nella produzione di cordame e di vele per le navi. All’epoca ogni settimana i commercianti di Carmagnola si recano a Genova per vendere I la loro merce e non solo, prendono contatti anche con le Marine di altri Paesi.
Il commercio si sviluppa ulteriormente grazie alle richieste della Marina di Casa Savoia. La Marina sabauda oltre alle vele, necessita anche di personale altamente specializzato capace, ad esempio, di cucire una vela o di congiungere una cima e Carmagnola è il luogo dove si trovano queste professionalità, all’epoca molto ricercate. Nel Settecento a Carmagnola si assiste anche a uno strano via vai di corsari.
In quel periodo storico il Mediterraneo, e non solo, è un luogo di battaglie e scorribande. Alcuni corsari, muniti di regolare permesso rilasciato da re Vittorio Amedeo III, predano le navi mercantili nemiche. Questa attività, considerata legittima in tempo di guerra, dà in realtà adito a numerose controversie. A Carmagnola viene dunque istituito il «Tribunale delle Prede», i giudici devono stabilire se il bottino sia frutto di un’azione lecita o se debba essere restituito.
Ma torniamo alia canapa.
Con il passare dei secoli le vele vengono sempre più realizzate con nuovi materiali e parallelamente si diffonde la marina a vapore. E così gradualmente la canapa lascia spazio ad altre coltivazioni e i telai per la filatura vengono smontati, uno ad uno. L’ultima vela a Carmagnola viene realizzata negli anni Trenta del Novecento, si conclude così questa secolare lavorazione. Il legame con il mare però non si interrompe. Numerose officine meccaniche della zona si specializzano nella realizzazione di componenti navali e continuano a rifornire la Marina. Ma non solo. Se nel passato rampolli delle casate nobiliari servono, da ufficiali, la marina sabaudo-sarda prima e italiana poi, in tempi più recenti molti giovani carmagnolesi decidono di arruolarsi in Marina, mantenendo viva questa antica tradizione. Nel 1996 il locale gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia decide di fondare il «Museo Civico Navale» per celebrare il legame tra il Piemonte e il mare.
Il piccolo museo è gestito con passione da ex marinai e diretto da Massimo Alfano e Dario Bilotti. Negli anni i volontari hanno raccolto e restaurato cimeli italiani ed esteri.
Alcuni sono pezzi unici come Il periscopio del sommergibile «Toti», perfettamente funzionante, che invece di inquadrare gli abissi oggi è puntato sui tetti di Carmagnola. Nella stanza al pian terreno si può ammirare anche un profondimetro del battello «Pickerel», utilizzato per le riprese del celebre film «Operazione sottoveste» con Tony Curtis e Cary Grant. Tra le curiosità esposte si può vedere un «maiale», un siluro a lenta corsa che durante la Seconda guerra mondiale viene pilotato sotto il livello del mare, a cavalcioni, dagli incursori della Marina italiana. Percorrendo le scale, come se si salisse sul ponte di una nave, si arriva a una serie di modellini navali che raccontano la storia della navigazione. Poco dopo, osservando la plancia di comando di una nave, si prova un senso di spaesamento: pensi di essere in mezzo all’oceano ma sei In campagna. Tutto questo grazie a un gruppo di anziani volontari che, nei freddi inverni di pianura, non smette di sognare il mare: Il museo (Piazza Mazzini 1, Carmagnola) è aperto tutti i sabati e le domeniche dalle 15 alle 18.

Dario Basile

(Articolo inviato da Dario Bilotti)

Per info e orari aggiornati

MuseoCarmagnola

 

 

 

 

 

 

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