Giuramento 2017

Foto Gruppo

Ancora una volta Dario ci racconta la trasferta per il giuramento

Taranto Anno 2017 mese giugno giorno 17

Berello chiaraCome da tradizione ormai consolidata è arrivato il giorno della consegna della sciabola.
Ormai la macchina di Rino funziona come l’auto della serie televisiva “Supercar” ed essa ci porta a destinazione. Si ferma ad Avellino sud per un frugale pranzo dei passeggeri e con nonchalance dopo il beneaugurante ruttino ci consegna alle amorevoli cure di Giorgio alla masseria.
Serata piacevole in compagnia di Paolo, di Lucio e Graziella e dei loro due amici Paola e Olite con la loro nipotina Anita. Bimbetta di dodici anni simpatica, frizzante e educata.
Dopo il viaggio la tranquillità della serata ci ha giovato. La notte breve per Moreno, per Gianni e per me, alloggiati nella stessa stanza, ci ha permesso di godere del fresco mattutino pugliese. Mentre Mauro e Rino continuavano a segare legna noi ci siamo svegliati alle cinque come se dovessimo partecipare ad una battuta di pesca, cazzeggio fino alle sei, e pronti a ingurgitare l’abbondante colazione che ci viene messa a disposizione.
Per accordi presi durante il viaggio io mi defilo dal gruppo e mentre la massa si reca a Matera io mi incontro con compagni d’imbarco sul Veneto. Chi si ricorda dell ‘Ete Carlo Casagrande, del Nocchiere Giovanni Salamina e dell’elettricista Francesco Di Roma? E’ stata una bella sorpresa e addirittura Francesco mi ha consegnato una foto che mi scattò a Rio quando andammo al Cristo Redentore al Corcovado. Martina Franca e rientro a Taranto in compagnia di Giovanni che si è dimostrato un perfetto Cicerone. E gli altri? Contattati per telefono mi hanno dato l’appuntamento alla masseria dove sono giunti distrutti dalla fatica della giornata, ma l’idea di ritrovare Danilo (Loghi n.d.r.) e Roberto (Alfieri ) li ha ringalluzziti. Brutta sorpresa venire a conoscenza che Danilo non è potuto essere dei nostri per improvviso problema di trasporti aerei della figliola. Però ci ha fornito la sua presenza virtuale e questo ci ha rasserenato. Come sempre le sorprese non mancano, Mauro con l’aiuto grafico del suo figliolo ci ha donato uno splendido oggettino a ricordo dell’incontro, così come fece Lucio prima del Natale scorso. Il cameriere si è presentato con una rana pescatrice enorme chiedendoci se era di nostro gradimento, il sugo dei paccheri e la sua carne ci hanno convinto della risposta affermativa. Come sempre i discorsi si sono sviluppati attorno a quanto stiamo facendo e alle idee in cantiere per il cinquantennale dell’anno prossimo. Ci saranno belle novità che ci faranno continuare questo percorso ancora per un pò. La mattina di sabato, giorno del giuramento, si snoda con la solita frenesia istituzionale, ogni anno ci sono novità più o meno gradite. Sei tamburini, tra cui una ragazza che hanno malmenato la pelle d’asino del tamburo fino allo sfinimento. La ragazza ad un certo punto sembrava crollasse sotto il peso dello strumento, ma la caparbietà femminile glielo ha impedito. Mauro ha avuto la possibilità di scegliere tra rimanere in uno spazio angusto sul piazzale sotto il sole e non potersi muovere per l’intera cerimonia oppure attendere i filmati e/o le fotografie che il comandante Pucci ha promesso di inviargli. Non ha più il fisico, ha scelto la seconda opzione Contrariamente al solito abbiamo avuto il piacere di conoscere il nostro Capo di terza prima della consegna e un sorriso continuo ci ha favorevolmente impressionati. Stupore in noi quando lo speaker, anzi la speaker, annunciando la consegna della sciabola al nostro premiando ha comunicato il nome di Giovanni Battipaglia e non Paolo Zanardello, evidentemente hanno preso il foglio dello scorso anno. Paolo si è adattato e ha dovuto subire le nostre prese per i fondelli. Da quel momento lo abbiamo ribattezzato Giovanni. Il nostro premiato, Francesco Merello chiamato Ciccio dai compagni di corso, ci ha oltremodo ringraziati del pensiero e ci ha pregati di rendere partecipi tutti i membri del corso 68 del piacere che ha provato nel ricevere il premio e che si sente onorato di questo. Sarò romantico, ma mi è veramente parso sincero. Ad ogni buon conto l’ho avvertito di non far caso alla frase del mio libro quando parlo degli incursori, non vorrei trovarmelo in giardino travestito da fico d’India con un fucile in mano. Come sempre, non mi stancherò mai di confessarlo è sempre un bell’istante quando gli allievi giurano e persino l’amico di Lucio ha avuto in groppetto in gola e una anomala umidificazione ottica. Poi è iniziato il defilamento. Questa volta Mammà non ha chiesto di essere salutata, ma ha chiesto : Federì hai viste Giuan? no? è chille, o terz, GIUAN,GIUAN, quant si bello a Mammà.
Foto alla fine della cerimonia con “Ciccio” che ha continuato a ringraziarci.Merello Zanardello
Letteralmente buttati fuori da Mariscuola, anche se in maniera educata, e mentre Rino andava a recuperare gli occhiali dimenticati al ristorante la sera prima ( mi raccomando non ditelo a Maria Grazia), siamo rientrati alla masseria dopo esserci fermati a Pulsano a mangiucchiare qualcosina. Gelati, pout pourrì di panini, birre, pizzette, frutta etc. etc. E poi? acquisti di prodotti locali. Cercato e trovato un oleificio ( giro della Puglia per poi accorgerci che oltre quello di fianco alla masseria ce n’era uno a 5 chilometri. Dalla quantità acquistata ci siamo chiesti se la macchina ci avrebbe permesso di tornare a casa. Praticamente un passeggero in più tra patate, olio, vino, friselle, sacchetti vari di non so cosa, taralli e cibarie varie. E la sera? chiesto e ottenuto da Paolo una bella porzione di agnello cotto a puntino, così giusto per calmare l’ira del nome sbagliato. Per una volta poteva diventare famoso…
Il sonno ristoratore ci ha colto, sarà l’età ma due giorni impegnativi stancano.
Giunta la domenica mattina riprendiamo la strada per casa. Lucio rimane ancora un paio di giorni, Paolo si avvia e noi di seguito. Un viaggio in salita impegnativo per la vettura, con cambio di autisti (Rino e Mauro) soste idrauliche e caffè, pranzo al solito autogrill (questa volta non è stato perso nessun telefonino) e arrivo in terra toscana nei tempi previsti.
Splendidi giorni trascorsi in allegria e progetti ipotetici, risate e considerazioni serie sulle possibilità future, insomma niente di più appagante.
Al prossimo giro nell’anno che verrà, sperando che per questo traguardo la condivisione sia più ampia e che si possa, anche questa volta per primi, progettare il Sessantesimo con qualcosa di dirompente.

Dario viso

 

 Dario Bilotti

 

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