Giuramento 2018

gruppo giuramento

Cinquantennale e Giuramento 2018

Questo non è il solito racconto che può sembrare tedioso, ma una narrazione di semplici eventi che nel contesto in cui si sono svolti e per l’importanza che hanno avuto la fanno assurgere ad una esaltazione di quanto siamo stati in grado di fare dal nostro primo incontro di Ostia.
Premesso che i cinquantennali sono festeggiati da molti gruppi di colleghi nuovi e vecchi e di tante categorie, ma nessuno ha la stessa storia nostra. Grazie a Moreno e alla sua tenacia (che lui chiama rompicoglionità) siamo giunti alla fine del ciclo che ci eravamo proposti, ma questo non significa porre un termine a quanto di bello è stato fatto, quindi siamo pronti a ripartire verso il progetto futuro : Il sessantennale.
Sappiamo tutti che gli anni passano, che gli acciacchi bloccano ogni velleità o che la semplice voglia possa scemare, ma ritengo sia sbagliato non avere altri orizzonti da raggiungere. Ma ecco la cronaca.
L’incontro alla Masseria la sera di giovedì per la cena, l’alzabandiera con il nostro bandierone e il ritrovare fratelli che pensavamo fossero per sempre scomparsi è stato il suggello di quanto da tempo ci eravamo proposti. Si è capito che il ritorno di Mimmo, Rosario, Armando, Luigi, Sergio, Lucio, Aldo, Pippo, Ciro, Enrico e Roberto, alcune consorti e alcuni figlioli sono la testimonianza che i ricordi sono un collante. Chiaramente dispiaciuti per coloro che non hanno potuto partecipare, impediti da vari motivi, abbiamo avuto un pensiero pure per loro che sicuramente sono i primi a rammaricarsi. Il clou il venerdì. Ingresso a Mariscuola, visita alle aule, alcune rimaste nella preistoria (la nostra) e a quelle nuove con la tecnologia imperante, alla piscina, alla palazzina allievi dove Capo Moreno ha bonariamente preteso il ritorno del nostro cippo in bella vista all’ingresso e non al fondo dello stesso. ASCOLTATO. A volte basta chiedere.
Il pranzo ha suggellato la visita e il conseguente convivio con gli allievi ha riportato attuale il ricordo dei brevi dopopranzo vissuti. La mancata benedizione del Cappellano, ma soprattutto il mancato incontro con il Comandante ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca ma vorrei pensare che gli impegni del giuramento del giorno dopo e la visita del CSM della Marina gli abbiano impedito di dedicarci un solo minuto del suo prezioso tempo per salutarci.
Fortunatamente la visita al Castello Aragonese (gratuita) che ci ha proposto il caro amico Comandante Alfieri e che pubblicamente ringraziamo, l’ammaina Bandiera a cui abbiamo assistito con la banda in sottofondo e la cena con il nostro amato Ammiraglio Longhi ha coronato una bella giornata. La bozzata conseguente ci ha predisposto al festeggiamento del Giuramento che a breve ci avrebbe allietato.
Per la prima volta assistiamo al Giuramento Solenne in città, sulla rotonda del lungomare. Tutti gli allievi schierati, l’emozionatissimo Moreno in alta uniforme borghese , sentire il nome della premiata accompagnato dal donante e l’accenno al nostro cinquantennale ha indotto l’esplosione di battimani accompagnati da urla più o meno forti tali da far girare il capo ai molti Ammiragli di fianco al palco a noi riservato (chiediamo scusa alla popolazione per l’esaltazione della nostra indubbia importanza). La capocorso e la nostra premiata, due bellissime figliole, ci hanno deliziato con la loro presenza. Ad ambedue auguriamo un proficuo e appagante futuro. A coronamento della manifestazione il passaggio di due elicotteri che sono sfilati con le bandiere della M.M. e del Comune di Taranto e le salve del Castello e della Cavour in rada. Come sempre il grido “lo giuro” dopo la lettura della formula del giuramento mi ha prodotto una emozione tale da chiudermi la gola e scatenare un inizio di lacrima. Credevo fosse un’ emozione del tutto personale, salvo poi scoprire che tanti hanno provato la stessa cosa. Rosario, Mimmo, Aldo, dopo la cerimonia sono partiti per tornare a casa. Dopo un pasto in una pucceria, a chiusura della giornata una visita su Nave Garibaldi tutt’altro che appassionante per Moreno, Bibi, Michele, Giancarlo, Lucio (Marchi), Sergio, Paolo Silvio, Pippo, Gianni e io; mentre Mauro, Rino, Lucio (Caruso) e relative consorti inseguivano il pullman dove Lucio aveva dimenticato il crest donatogli dalla premiata, chissà l’autista cosa avrà pensato su quei vecchietti che la rincorrevano (era donna). La cena in masseria con l’ammaina bandiera ha posto il termine ad un incontro mai così sentito. Il rivedere Luigi, Armando, Enrico Aldo e il Comandante Ciro e poi Lucio e Sergio e Pippo, finalmente tra noi, penso abbia provocato, ai più, una ulteriore felicità.
E allora avanti così. Cominciamo a pensare all’incontro del 2019.

Dario viso Dario Bilotti

 consegna sciabola

 … e una bellissima “impressione” scritta da Rosario sul Cinquantennale

 

“Ho visto negli occhi di tutti noi la felicità di stare di nuovo insieme”

In questa stupenda e spontanea frase del fratello Bibi, al secolo Roberto Bertolotti, è sintetizzata la bella avventura del nostro Cinquantennale in quel di Taranto. Mezzo secolo! Cinquant’anni son passati dal giorno in cui varcammo per la prima volta quel cancello su cui c’era la scritta SCUOLE CEMM. Varcammo quel cancello che eravamo dei ragazzini che si affacciavano per la prima volta sulla finestra della vita: ci siamo ritornati da persone mature, investendo – come ha notato con sagacia Paolo – tempo e soldini; ci siamo tornati con gli acciacchi dell’età, ma con lo spirito di mezzo secolo fa e con le belle qualità morali acquisite in quei due duri anni di scuola militare, qualità che ci hanno accompagnato e che ci sono servite per il resto della nostra vita. Lasciammo le scuole che ne eravamo una settantina, ci siamo ritrovati nel cinquantennale in venti. Alcuni fratelli, Pietro, Giosuè, Antonio, Giovanni, Marcello, Francesco, Pier Carlo, li abbiamo persi per sempre; altri per varie ragioni ci hanno abbandonato dopo il raduno del 2004 di Ostia Antica; ma spero che quelli che ci siamo ritrovati nei giorni scorsi a Taranto – spronati dalla bella frase di Bibì – di continuare a crederci e guidati dall’incredibile volontà e tenacia dell’inossidabile Moreno, di rivederci ancora nei prossimi anni, fino a che le forze ce lo permetteranno. Ciao a tutti e Semper Fratres.

“Varcammo dei cancelli
Cinquant’anni orsono
Diventammo dei fratelli
Alcuni or non ci sono
Tornammo in età matura
Con lo spirito d’allora
Donammo una scultura
Per sognare ancora”

 mastriani Rosario Mastriani

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