Un aneddoto reale tratto dalla pagina Facebook del
Museo Navale di La Spezia
IL SARCHIAPONE
Nome in codice del sistema radar segreto MM/SPQ5 sviluppato negli anni ’70 su un’intuizione dell’allora CF Mario Calzeroni, del Centro Addestramento Aeronavale di Taranto.
Basato sulla variazione del campo magnetico in presenza di una massa metallica anche immersa, era in grado di rilevare a distanza la presenza di un sommergibile senza bisogno di emettere segnali sonar.
Il principio era già sfruttato dai sistemi M.A.D. (Magnetic Anomaly Detector) installati sui pattugliatori aerei ma il Sarchiapone sarebbe stato attivo, cioè avrebbe trasmesso un segnale che esaminava la variazioni sul segnale riflesso.
Calzeroni asseriva che l’orientamento degli ioni liberi presenti sulla superficie del mare, determinato dal magnetismo terrestre, viene modificato dalla presenza di una massa metallica anche immersa, evidenziabile al passaggio dell’onda trasmessa dal radar.
Un esemplare del Sarchiapone fu installato sulla plancia di nave Alpino, al di sopra del radar del tiro: una grande antenna di circa 3 metri di diametro con un feeder molto pronunciato.
Operava in banda X con una potenza di quasi 2 MW, il fascio era estremamente stretto, intorno a 1° 30′, minimizzati i lobi secondari. Oltre ai sommergibili ad oltre 50 m di profondità, si rivelò in grado di scoprire bersagli navali ad altissima distanza e gli aerei della portaerei Kennedy in fase di decollo ad oltre 350 miglia!
In seguito fu imbarcato su nave Quarto e, alla fine degli anni ’70, in alcune stazioni radio e radar: Castellana (SP), Piave Vecchia (VE), poi trasferito a Cozzo Spadaro (SR), e a San Vito (TA). I tre radar coprivano l’intera area di interesse nazionale. Una sua evoluzione ha poi portato al sistema CO.RA. per la designazione oltre l’orizzonte (OTH) dei bersagli al sistema Teseo sfruttando il condotto superficiale.
La scoperta fu passata agli USA in cambio dei sommergibili Romei e Piomarta. Si dice che il sistema fosse talmente avanzato che i tecnici in franchigia all’estero dovevano girare sotto scorta per evitare compromissioni del segreto.
Buon vento
Silvano Benedetti
dal libro “Spezia nella Guerra Fredda”, Ed. Cinqueterre 2017, di Stefano Danese e Silvano Benedetti
FONTE: Museo Navale
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