Mancano 25 minuti a mezzanotte, sono accaldato, un refolo di vento fresco si insinua tra collo e solino tanto da provocarmi un brivido lungo la schiena. Mi sento allegro e voglioso di vita (a diciotto anni non si può non esserlo). Sbuco in piazza Chiodo, passo davanti alla pizzeria da asporto e gettando un fugace sguardo all’interno mi accorgo che una mezza teglia di farinata mi sta chiamando e quindi per non essere scortese entro e me la faccio incartare. Cambiando mano ogni sei secondi per non ustionarmi attraverso il viale e il ponte, infilandomi in arsenale.
Il carabiniere di guardia mi osserva passare, ma dalla faccia da sonno che si ritrova sono convinto che neanche mi vede. Incomincio a percorrere il viale per raggiungere le banchine , scarto la farinata e mi abbuffo con voluttà. Mi ci vogliono pochi minuti per ingoiare mezzo chilo di ustionante, deliziosa, gonfiante pastella; mi rimane un peso enorme sullo stomaco, comincio a lacrimare, faccio fatica a respirare e a mandare giù l’ultimo boccone, ma tutto torna normale proprio mentre mi accingo a salire a bordo. Dopo un’occhiata sopra l’hangar, dove capeggia la scritta “NEI SECOLI FEDELE mi viene da pensare che se leggessi “DI QUI NON SI PASSA” sarei ancora a Taranto, ma dopo due anni di Mariscuole a San Vito un po’ di La Spezia cade proprio a fagiolo.
Salgo a bordo, assisto al cambio di guardia e mi rammento che domani tocca a me. Scambio due chiacchiere con il capo guardia (un secondo capo napoletano con strane, ma esilaranti teorie sulla vita, sul perché noi settentrionali siamo alti e magri mentre i meridionali sono bassi e chiattoni); dopo una serie di sonore risate e i rituali saluti mi accingo a raggiungere la mia agognata branda. Attraverso tutta la nave immersa nelle fioche luci notturne e in vista del mio alloggio, l’ultimo locale di prora, già sento russare, sembra una segheria; sorridendo mi impongo di fare attenzione ai mucchi di segatura. Il tempo di spogliarmi e prendere il necessario per lavarmi e sono di nuovo su nei bagni, trenta secondi netti e giù nuovamente .Mi butto letteralmente in branda e a questo punto faccio mente locale su quanto fatto oggi e a quello da fare nel giorno che viene. Posso considerarmi fortunato visto che la prima destinazione è una nave nuova, opero sulle apparecchiature appena studiate, siamo appena tornati dal doppio periplo dell’Africa, equipaggio tutto sommato simpatico e relativamente giovane, insomma a misura d’uomo. Speriamo che duri.
Un veloce pensiero a casa , a mamma e papà, alle sorelle, a Jerry la cagnetta e per ultimo a Gabriella ,conosciuta durante la licenza di fine crociera……..quanto mi piace, sono proprio cotto. Mentre gli occhi mi si stanno chiudendo ,quasi a cantarmi la ninna nanna sciaff…..sciaff…..sciaff…….lo sciabordio delle onde sullo scafo,din…..din…..din…..la sagola della bandiera che batte sull’albero.
Sono a casa.
Buonanotte.
Dario Bilotti .Socio di Carmagnola
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